lunedì 15 aprile 2024

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VALLE CAUDINA - Organizzazione e Storia del Controllo di Vicinato Italiano | CAUDIUM


VALLE CAUDINA - Organizzazione e Storia del Controllo di Vicinato Italiano | CAUDIUM

Cresce l'interesse per il Progetto "Controllo di Vicinato" dopo la prima adesione ufficiale in Valle Caudina. Il Comitato per la Sicurezza e l’Ordine pubblico a Cervinara ha deliberato l’adesione al progetto “CDV” ed ha approvato il relativo Protocollo di Intesa predisposto dalla Prefettura di Avellino con il Comune Caudino di Piazza Trescine. 

L'avvocato Caterina Lengua, primo Sindaco Caudino CDV, ha così aperto una nuova pagina per la sicurezza di tutta la Valle Caudina. L'adesione Cervinarese è utile, ma monca se resta isolata all'ombra del Partenio, vista la conformazione amministrativa della Nuova Caudium, spaccata a metà tra la gestione provinciale Avellinese e Beneventana. Riportiamo per le lettrici ed i lettori de Lo Schiaffo 321 un approfondimento sulla tematica di interesse comunitario.

Buona lettura!

Controllo di Vicinato patrimonio degli italiani. 

Favoloso aumento delle Associazioni che promuovono il progetto e aderiscono alla Rete Nazionale di ANCDV (Associazione Nazionale Controllo di Vicinato). Dieci anni di Controllo di Vicinato in Italia. Evoluzione naturale del progetto.

Gli Italiani sanno benissimo che, da molti anni, i concetti di Sicurezza percepita e Sicurezza Partecipata sono diventati bagaglio culturale di tutti. Le condizioni socio-economiche e la multietnicità del nostro Paese hanno portato i cittadini e le Istituzioni a rivedere le dinamiche di Sicurezza ed i reciproci rapporti, al fine di migliorare le condizioni di vita delle città e dei piccoli centri. 

L’isolamento dovuto all’individualismo che si è venuto a creare all’interno delle nostre comunità, e tutte le problematiche ad esso connesse, ha risvegliato il carattere forte e determinato degli Italiani che finalmente, guidati dal volontariato, si stanno riprendendo i propri territori difendendosi dai reati predatori in stretta collaborazione con le Forze dell’Ordine. 

All’estero, gli stranieri sono colpiti dalla nostra determinazione, dalla forza di carattere, dallo spiccato senso di appartenenza. Gli Italiani, da sempre, si battono per la loro terra con un coraggio invidiabile. Tutte queste caratteristiche hanno fatto si che quel senso di insicurezza percepito, mutasse in una reazione pacifica ma capace di trasformare una risposta emotiva in una razionale e praticabile e tutto questo ha fatto nascere in tutto il territorio nazionale, le pratiche di Controllo di Vicinato

Queste attività, consistono in aggregazioni spontanee di cittadini, abitanti nelle stesse vie o nello stesso condominio o addirittura quartiere, che imparano ad eliminare le vulnerabilità che rendono più facile l’agire dei ladri e delinquenti vari, recuperando di conseguenza, un rapporto efficace con le Forze dell’Ordine locali con le quali collaborano a stretto giro e senza mai sostituirsi a loro.

L’alba del Controllo di Vicinato Italiano 

Le pratiche di controllo di vicinato (da qui in poi CDV), non sono certo un’invenzione italiana, poiché sono nate negli anni 60’ in America per poi arrivare negli anni 80’ in Europa e, vent’anni dopo, anche in Italia, in concomitanza con la nascita della Polizia di Prossimità. Questo servizio vedeva la luce per la prima volta in Italia nel 2003, con personale della Polizia di Stato, dell’Arma dei Carabinieri e della Polizia municipale, che fornivano i poliziotti, i vigili e i carabinieri di quartiere. Circa la presenza di questi ultimi, va ricordato che, i Carabinieri, avevano riconfermato negli anni 60 la presenza sui territori metropolitani e urbani in genere, nei quali classicamente si realizzano le funzioni di prossimità così come le intendiamo oggi. 

Già dai primi anni del 2000, quindi, tutti i comandanti di Stazione dei Carabinieri, ricevevano una formazione/informazione, sulle nuove pratiche di polizia urbana e su come ripristinare quel vecchio rapporto di estrema collaborazione che c’era sempre stato con i cittadini, venuto meno a causa delle problematiche prima accennate. La rete spontanea tra i cittadini, quindi, benché non ancora organizzata in gruppi e non tecnologicamente avanzata come ai giorni nostri, e la collaborazione con le Forze dell’Ordine con segnalazioni continue, era sempre stata una realtà tutta italiana. Con il passare degli anni e con l’aumentare del senso di insicurezza nei centri urbani si era reso necessario strutturare questi volontari che partecipavano alla Sicurezza nei loro territori, anche al fine di evitare derive rondiste che andavano all’opposto di quello spontaneo aiuto al quale auspicavano anche le Forze dell’Ordine, sconfinando, a volte, in atteggiamenti prodromici di problemi anche più gravi di quelli procurati dai ladri. 

L’organizzazione di questi gruppi di volontari, spesso riuniti in comitati di quartiere o associazioni con scopi sociali, prendeva vita grazie all’intervento delle Forze dell’Ordine, le quali, forti di un atavico e stretto rapporto con i propri cittadini, riuscivano a mettere in atto delle vere e proprie reti di uomini e donne. Queste persone, formate con riunioni ad hoc tenute dai comandanti di stazione di Carabinieri o dai responsabili dei Commissariati di Polizia di Stato nonché dai componenti della Polizia Locale o Municipale, davano concretezza al concetto di sicurezza partecipata. Le azioni richieste a questi gruppi di cittadini erano sostanzialmente, osservazione delle proprie vie, precauzioni generali per la sicurezza delle loro case e segnalazioni di circostanze sospette o anomale alle Forze di Polizia.

Le associazioni di controllo di vicinato in Italia 

Dopo alcuni anni di esperienza di Polizia di Prossimità, grazie all’intervento di alcuni volontari sparsi in tutta Italia, s’iniziava a dare una forma ed un nome a questi progetti di sicurezza partecipata, chiamandoli appunto gruppi di controllo di vicinato, traducendo in qualche modo il nome dei Neighbourhood Watch anglosassoni. Veniva, quindi, data una struttura ai volontari e creata una metodologia per la diffusione e la messa in pratica del progetto. I primi a fare quest’operazione a livello nazionale: Francesco Caccetta, Gianfrancesco Caccia e Leonardo Campanale, che nel 2015 fondavano l’Associazione Controllo del Vicinato. Quest’associazione, insieme ad altri gruppi di volontari, riuniti anche in altre forme aggregative (comitati, associazioni ecc.), aveva lo scopo di divulgare le pratiche di Controllo di Vicinato nel Paese per contribuire alla diminuzione dei reati predatori e recuperare la coesione sociale dei cittadini attraverso la partecipazione e la collaborazione con le Forze dell’Ordine.  

Le pratiche di controllo di vicinato, ad oggi attivo in quasi 500 Comuni Italiani, erano subito gradite dalle Forze dell’Ordine e dalle Amministrazioni comunali che, anche in forma autonoma, avviavano poi, nei loro territori il CDV ottenendo ottimi risultati. 

Come il Neighbourhood Watch americano, anche in Italia, nel tempo, veniva adottata la misura deterrente consistente nell’apporre un cartello stradale, atto ad indicare ai malintenzionati di passaggio, che in quel determinato territorio, la loro presenza non sarebbe passata inosservata. Ogni Comune o gruppo di CDV, decideva quale tipo di cartello adottare, spaziando con la fantasia, con fogge, disegni e colori diversi. La Regione Emilia Romagna, ad esempio, quando avviava le pratiche di CDV nella sua Regione, realizzava da subito un cartello istituzionale, molto diverso da quello inglese che invece aveva ispirato alcuni cartelli, seppure con alcune variazioni, di associazioni e di numerose realtà di CDV in altre Regioni italiane.

La nascita della Rete Associativa

Dopo quasi dieci anni di CDV, la nascita spontanea di associazioni, che si dedicavano alle pratiche di controllo di vicinato, permetteva ad una gran parte di cittadini italiani di poter dare vita, anche in piccoli e lontani territori, ai loro gruppi di CDV. 

Ad oggi esistono molte associazioni che divulgano il Controllo di Vicinato in Italia, tra le quali ricordiamo alcune sigle come la ANCDV (Associazione Nazionale Controllo di Vicinato), INWA (Italian Neighbourhood Watch Association), ACdV (Associazione Controllo del Vicinato), ACdV-Veneto città Metropolitana di Venezia, ANCDV-Città Metropolitana di Milano, Associazione Brescia Sicura (Controllo di Vicinato Lombardia Provincia di Brescia), ANCDV-Roma Città Metropolitana, ANCDV provincia di Macerata, Comitato Sicurezza Partecipata e Controllo Sociale del Territorio Lugo - Ravenna, Associazione Ravenna-Forlì per il Controllo di Vicinato, ecc. ognuna con proprio statuto e con loghi (e Cartelli) diversi.

Tutte queste associazioni promuovono, divulgano e aiutano i nascenti gruppi nella realizzazione del progetto delle pratiche di Controllo di Vicinato che nello scorso mese di marzo 2018, ha visto proprio il Ministero dell’interno principale promotore del programma, quale risposta alla proposta istituzionale della Polizia di Prossimità. 

Questo straordinario risultato, è stato ottenuto grazie ad alcuni qualificati volontari, militanti nelle Istituzioni, che si erano messi a disposizione dei cittadini e delle associazioni di CDV per lo studio e la ricerca sul fenomeno della sicurezza partecipata e del Controllo di Vicinato, intrattenendo rapporti con alcune Prefetture ed anche direttamente con il Ministero dell’Interno

In particolare, in data 13 aprile 2017 il criminologo Francesco Caccetta, data la sua militanza nelle forze dell’ordine da oltre trentacinque anni, veniva ricevuto al Viminale durante il mandato del Ministro Marco Minniti, per un confronto sul progetto e le potenzialità di sviluppo in Italia. In quell’occasione, Francesco Caccetta, il criminologo Marco Strano (Dirigente Polizia di Stato) e il Cav. Franco Antonio Pinardi (Segretario Naz. Conf. Giudici di Pace e Giudici Tributari), riuscivano ad ottenere l’intervento del Ministero dell’Interno sulle Prefetture, per promuovere e consigliare i protocolli d’Intesa sulle pratiche di Controllo di Vicinato con i Comuni

Nei primi mesi del 2018, infatti, molte prefetture ricevevano una direttiva a Firma Marco Minniti, per promuovere le aggregazioni spontanee dei cittadini a mezzo dei protocolli d’intesa con i Comuni sulle pratiche di Controllo di Vicinato (come naturale risposta al testo coordinato del decreto legge 20 febbraio 2017, n. 14 recante “Disposizioni urgenti in materia di sicurezza delle città”, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 93 del 21 aprile 2017 e legge di conversione 18 aprile 2017, n. 48). Nella Legge, il Ministro Minniti disponeva la promozione del rispetto della legalità e più elevati livelli di coesione sociale e convivenza civile, anche a mezzo di Sistemi di sorveglianza e monitoraggio attivo da parte di privati associazioni di categoria o consorzi o comitati comunque denominati costituiti ad hoc fra imprese, professionisti o residenti.

Con la benedizione ufficiale del Ministero dell’Interno, il programma del CDV diventava finalmente il progetto di tutti e per tutti i cittadini Italiani.

Quest’agevolazione della prassi di abbrivo, tra Prefetture e Comuni, da tempo auspicata da tutti i volontari del CDV, produceva una ulteriore crescita e nascita di associazioni di volontariato, per la realizzazione del progetto del CDV, in varie parti di Italia. La grande implementazione di realtà associative sollecitava la mente di alcuni volontari, già da qualche tempo operativi nel campo dell’associazionismo del CDV, i quali decidevano che erano ormai maturi i tempi per la nascita di una Rete associativa

La nuova associazione, avrebbe dovuto accogliere tutte le associazioni esistenti, intenzionate ad aderire, al fine di realizzare una rete più ampia possibile, coinvolgendo un numero sempre maggiore di organizzazioni che promuovono la Sicurezza Partecipata e che collaborino tra loro sinergicamente per promuovere un maggiore scambio di esperienze. Il tutto finalizzato al miglioramento del progetto del Controllo di Vicinato ed alla sua divulgazione nell’intero territorio italiano. 

ANCDV

Nasceva così, il 16 maggio 2018 a Roma, la ANCDVAssociazione Nazionale Controllo di Vicinato E.t.s. O.d.v.. La nascita di ANCDV, presieduta da Leonardo Campanale (tra i primi promotori del progetto in Italia), il cui gruppo dirigente (Francesco Caccetta, Roberta Bravi, Rodolfo Principi, Paolo Ruotolo, Mirella Seccafieno, Stefano Leprini), proveniva in gran parte dalla precedente esperienza in ACdV, otteneva subito il plauso di Amministrazioni, e di molti volontari sparsi per il Paese, i quali, aderivano alla rete nazionale con le loro associazioni e/o i loro gruppi. 

Le preoccupazioni di alcuni volontari, in precedenza soci di altre associazioni, relative al cambiamento e alle conseguenti conferme degli incarichi nei propri territori, venivano da subito fugate poiché essendo il progetto del CDV patrimonio di tutti i cittadini Italiani, non importava a quale associazione si facesse riferimento, ma era sufficiente continuare nell’operato di coordinatore o referente locale comunicando, in accordo con i componenti dei gruppi, alle loro amministrazioni, l’avvenuta adesione alla nuova realtà associativa nazionale. 

A supporto di quest’affermazione, veniva in aiuto anche il ragionamento logico, relativo al fatto che le migliaia di cittadini italiani facenti già parte di gruppi di controllo di vicinato in tutta Italia, non erano mai stati soci di alcuna associazione ma avevano sempre comunque operato nei loro territori, mettendo in atto le pratiche di controllo di vicinato come gli erano state insegnate. 

Nella neonata Associazione Nazionale Controllo di Vicinato, confluivano da subito tutti gli autorevoli personaggi Istituzionali che in precedenza avevano fatto parte di ACdV e dalla quale si erano recentemente dimessi, tra i quali il criminologo Marco Strano (Dirigente Polizia di Stato), il Cav. Franco Antonio Pinardi (Segretario Naz. Conf. Giudici di Pace e Giudici Tributari), l’architetto Urbanista Umberto Nicolini.


INWA

A fianco della Rete Nazionale ANCDV, nasceva anche l’associazione INWA- Italian Neighbourhood Watch Association, presieduta dal criminologo Francesco Caccetta, nata come gruppo di lavoro per lo studio e la ricerca sulla sicurezza partecipata e le pratiche di controllo di vicinato. Al suo interno un gruppo di studio composto anche dal criminologo dott. Marco Strano, dalla dott.ssa Mirella Seccafieno, dott.ssa Chiara Caccetta, dott. Riccardo Luzzi.

Il controllo di vicinato non è mai stato un marchio e non ha alcuno scopo di lucro, è puro volontariato e, per questo, di tutti e per tutti. Nessuno, in Italia, potrebbe mai rivendicarne la proprietà intellettuale poiché, tutti, ci siamo limitati ad adottare un progetto già presente da moltissimi anni in quasi venti paesi europei, oltre che in America, ai quali dobbiamo tanto per avercelo insegnato.

I cittadini Caudini e le Amministrazioni locali intenzionati a far nascere progetti di controllo di vicinato nei propri territori, potranno tranquillamente rivolgersi ad una qualsiasi associazione presente in Italia che promuova e divulghi il progetto del CDV per ottenere supporto e modulistica per l’avvio di questo straordinario progetto di Sicurezza Partecipata.

ANCDV invita le cittadine ed i cittadini Italiani a costituirsi in associazioni locali di Controllo di Vicinato per potere autonomamente promuovere il progetto all’interno dei propri territori, affiliandosi successivamente alla Rete Nazionale per il supporto e la sinergia auspicata.

Ultimo suggerimento, relativo alla scelta del cartello da apporre in strada. Scegliete quello che più vi piace tra quelli creati dalle associazioni alle quali vi andrete a rivolgere, oppure inventatene uno nuovo come fanno in America e negli altri paesi Europei. Scegliete voi la foggia, il colore, il disegno, consapevoli del fatto che il CDV non è il cartello, ma è la filosofia di vita che le cittadine ed i cittadini decideranno di adottare anche in Valle Caudina.

Care lettrici e cari lettori de Lo Schiaffo 321, continueremo a seguire il caso.

Per dire la Vostra, contattateci all'indirizzo di posta elettronica caudiumpatrianostra@gmail.com oppure tramite Twitter @SchiaffoLo fonte;convincere.eu



FRANCESCO MANCINELLI - Le Ceneri di Primavalle (2024)

Francesco Mancinelli Le Ceneri di Primavalle

Artista: Francesco Mancinelli

Brano: Le Ceneri di Primavalle

Anno: 2024

Casa discografica: Rupe Tarpea Produzioni - 2024

CENSURA ed ETICHETTE - Cosa sono gli organi d'informazione etichettati come controllati dallo Stato su Facebook? | POLITICA

Libertari ma di nome

Sentirete sentirete

Libertari ma di nome capirete

Libertari ma di nome

Voi parlate e c'è chi muore

Libertari ma di nome

Sentirete sentirete

Libertari ma di nome capirete

Cos'è bene e cos'è male

Per la legge per la legge

Cos'è bene e cos'è male

Per la legge (270BIS)

CENSURA ed ETICHETTE - Cosa sono gli organi d'informazione etichettati come controllati dallo Stato su Facebook? | POLITICA

Questa volta non siamo stati "censurati" su Fb, ma etichettati con tanto di collegamento diretto alla fonte dell'articolo valutato fazioso e di parte. In realtà da quando abbiamo aperto una pagina ufficiale su FB siamo pronti a qualsiasi scenario adattabile ad un romanzo distopico alla Giorgio Orwell. Lo Schiaffo 321 ribadisce la netta distanza da questioni del genere, sia filorusse, sia filoucraine. Noi siamo filoCaudini e filoItaliani. 

Non riceviamo finanziamenti occulti da chissà chi e nemmeno la pubblicità utilizziamo. Siamo alternativi alle etichette, virtuali, digitali o reali che vengono affibbiate dal sistema, spesso marcio e corrotto nel midollo. I nuovi marchi, da incidere a fuoco sulla pelle dei ribelli culturali, partono al fine di screditare gli avversari e per tutelare i propri interessi politici di vario genere.

Facebook definisce come controllati dallo Stato gli organi di informazione ritenuti parzialmente o totalmente sotto il controllo editoriale del relativo Governo a seguito di ricerche e valutazioni sulla base di una serie di criteri sviluppati a questo scopo. In questo caso si riferisce ad articolo sulla Pagina "etichettato" come filopostsovietico. Un marchio che rifiutiamo categoricamente per tante ragioni che esulano dal conflitto partito nel 2014. 

"Ci impegniamo per fare in modo - sottolinea FB - che queste Pagine abbiano un livello di trasparenza più elevato, perché riteniamo che combinino l'influenza esercitata da un organo di informazione con il sostegno di uno Stato".

Facebook si propone di identificare questi organi sulla base di definizioni e standard che consentono di analizzarne le informazioni disponibili su proprietà, governance, fonti di finanziamento e processi che garantiscono l'indipendenza editoriale. Gli organi identificati sono contrassegnati da un'etichetta visualizzata nella sezione Trasparenza della Pagina.
Le etichette sono assegnate su base continuativa a organi di tutto il mondo quando rileviamo che gli editori soddisfano i criteri seguenti utilizzati per valutare la probabilità che siano parzialmente o totalmente sotto il controllo editoriale del relativo governo. 

Comprendiamo che non tutti gli organi concorderanno con la valutazione di Facebook. Gli organi che ritengono di aver ricevuto tale etichetta per errore possono inviare un ricorso. Questo modulo di ricorso può essere visualizzato solo da qualcuno che ha accesso a Facebook con controllo completo della Pagina. Infine, una nota abbastanza chiara: non consideriamo come media controllati dallo Stato e non contrassegneremo con etichetta gli organi di informazione pubblica che sono finanziati pubblicamente, svolgono un servizio pubblico e dimostrano un controllo editoriale indipendente.

Riflessioni

L'algoritmo è un concetto fondamentale dell'informatica, anzitutto perché è alla base della nozione teorica di calcolabilità: un problema è calcolabile quando è risolvibile mediante un algoritmo. Inoltre, l'algoritmo è un concetto cardine anche nella fase di programmazione dello sviluppo dell'insieme delle componenti intangibili di elaborazione: preso un problema da automatizzare, la programmazione costituisce essenzialmente la traduzione o codifica di un algoritmo per tale problema in programma, scritto in un certo linguaggio, che può essere quindi effettivamente eseguito da un calcolatore rappresentandone la logica di elaborazione.

Me Ne Frego!

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VALLE CAUDINA, AIUTACI! Disperato appello da Montesarchio: "Stiamo cercando Angelo, da ieri sera non abbiamo più sue notizie" | CAUDIUM

VALLE CAUDINA, AIUTACI! - Disperato appello da Montesarchio: "Stiamo cercando Angelo, da ieri sera non abbiamo più sue notizie" | CAUDIUM
Apprensione in Valle Caudina per la momentanea scomparsa di Angelo Grasso, un trentenne Caudino di cui da ieri sera si sono perse le tracce. I familiari hanno già presentato una regolare denuncia di scomparsa ai Carabinieri
In rete, intanto, è apparso anche un appello affinché chiunque lo vedesse possa avvisare immediatamente e direttamente la famiglia o le Forze dell'Ordine. Tantissimi gli articoli che riportano la notizia e che contribuiscono alle ricerche, al momento senza esito. 
Riportiamo per le lettrici ed i lettori de Lo Schiaffo 321 il messaggio integrale:

"Urgente! Stiamo cercando Angelo, da ieri sera non abbiamo più sue notizie, la FAMIGLIA e noi AMICI lo stiamo cercando ovunque… Chiediamo l’aiuto di tutto il paese di Montesarchio e anche dei paesi limitrofi. Dateci una mano ve ne siamo immensamente GRATI. Numero da contattare 389.502.8303 (la sorella Marialina)".

Care lettrici e cari lettori de Lo Schiaffo 321, continueremo a seguire il caso.

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domenica 14 aprile 2024

CONTROPELO - Enzo Tortora intervista Giorgio Almirante (1979)

"Nulla mi impedisce di aprire bocca neanche il rasoio...". Speciale intervista a Giorgio Almirante, la trasmissione condotta da Tortora è andata in onda nel 1979, la rubrica si chiamava Contropelo; la particolarità della rubrica era la modalità in cui gli invitati venivano intervistati, sulla poltrona del barbiere. Almirante fu il primo, tra i
personaggi politici invitati, ad essere intervistato in questo programma.


 

UGO GIUGNARELLI - Storia di un combattente 1943-1945. La guerra civile in Italia attraverso il racconto di un protagonista del Sud

UGO GIUGNARELLI - Storia di un combattente 1943-1945. La guerra civile in Italia attraverso il racconto di un protagonista del Sud 

A leggerlo sembra un romanzo bellico o il copione di una pellicola  neorealista ambientata nella Seconda guerra mondiale. Invece si tratta del diario-memoriale di un giovane soldato modenese, Ugo Giugnarelli (1923-1996), che dopo l'8 settembre 1943 militò in alcuni reparti della Xa  Flottiglia MAS e in divisioni volontarie della Repubblica Sociale Italiana. 

Originariamente redatto nel 1970 - si legge su L'Ultima Crociata - attraverso una serie di audiointerviste, il memoriale costituisce un'inedita testimonianza sulla guerra civile che insanguinò l'Italia tra il 1943 e il 1945. Il testo, pubblicato dall'editore campano Vincenzo D'Amico nella Collana "Renzo De Felice", recentemente inaugurata dal prof. Antonio Alosco (allievo e collaboratore del grande storico del Fascismo), è preceduto da un saggio introduttivo dello storico Maurizio Erto, che ricostruisce le ultime vicende del fascismo repubblicano e l'intera carriera militare del protagonista, compresa la successiva esperienza nella Legione straniera Francese e il ritorno alla vita civile trascorsa a Pozzuoli, in provincia di Napoli

Rispetto al panorama della memorialistica di guerra, in particolare della letteratura reducistica della RSI, il diario presenta alcuni tratti originali e del tutto inediti. Il modo stesso in cui è stato redatto ne fa un'opera sui generis, non nata a tavolino né scritta a macchina o al computer, ma composta mentalmente dall'Autore durante la guerra e poi dettata di getto alla vigilia degli "anni di piombo", in maniera spontanea, naturale, senza filtri né sovrastrutture. 

La vicenda prende avvio dal racconto del ritorno in treno del protagonista dal fronte greco, tra l'8 e il 9 settembre 1943. Modena, sua città natale, viveva in quelle ore le conseguenze drammatiche dell'armistizio, segnate dalla fuga di militari e funzionari e dall'occupazione dei principali edifici cittadini (il palazzo delle Poste e Telegrafi, le caserme, la sede dell'Accademia Militare) da parte delle truppe germaniche. 


Da qui ha inizio l'esperienza di Giugnarelli come soldato volontario, prima nel Battaglione "M" inviato in Slovenia a combattere le truppe comuniste di Tito, poi nel "Barbarigo" schierato contro gli sbarchi anglo-americani nella zona di Anzio-Nettuno, infine tra i bersaglieri del "Goffredo Mameli" impiegato in Emilia-Romagna e nella guerra antipartigiana. La ricostruzione delle operazioni belliche è condotta dal protagonista con disarmante immediatezza:

anche gli aspetti più cruenti della guerra, arresti, rastrellamenti, fucilazioni, sono descritti in tutta la loro brutalità. Per questo il diario-memoriale di Giugnarelli rappresenta un prezioso documento sulla storia dei "ragazzi della RSI", che non poterono né vollero accettare la realtà dell'armistizio e col loro sacrificio decisero di dare un'ultima, estrema prova di lealtà all'Italia. Completano il volume numerose immagini e documenti d'epoca, un'appendice di fotografie e un ricordo familiare dei figli di Giugnarelli.

Ugo Giugnarelli, Storia di un combattente 1943-1945. La guerra civile in Italia attraverso il racconto di un protagonista. Saggio introduttivo, note e cura di Maurizio Erto, Nocera Superiore, D'Amico Editore, 2021.

Guerre Atomiche al tempo degli Dei - "I Missili di Zeus e Indra" | AUDIOLIBRO

Guerre Atomiche al tempo degli Dei
Le Cronache Terrestri III
Capitolo III "I Missili di Zeus e Indra"

Il titolo non lascia adito a dubbi, “Guerre atomiche al tempo degli dei” che fa parte della famosa collana de “Le Cronache Terrestri”, ci guida attraverso fonti storiche documentate alla conoscenza della vera storia dell’umanità, diversa da quella che ci è stata affibbiata per puri giochi di potere politici e religiosi. In questo volume Sitchin si sofferma sull’analisi di tutte quelle fonti storiche che ci narrano di antichi Dei scesi dal cielo, gli Anunnaki, che durante la loro permanenza sul nostro pianeta scatenarono guerre tra loro per la supremazia, terminando con un olocausto nucleare i cui effetti sono visibili ancora oggi e confutati da evidenti fotografie satellitari. 

Esperto in lingue semitiche, lo scrittore riesce come sempre ad appassionare il lettore esponendo teorie rivoluzionare, poggiandosi sulla traduzione delle tavolette d’argilla assiro-babilonesi, dei geroglifici egizi, del Vecchio Testamento scritto in ebraico antico, dei rotoli del Mar Morto e di tutti i testi di quei popoli antichi che hanno voluto lasciarci una testimonianza del passato, di quando gli Dei camminavano tra gli uomini e con loro scendevano in guerra contro altri Dei. (WWB)

VALLE CAUDINA - L'idea "Controllo del Vicinato Caudino" è piaciuta: Cervinara aderisce subito al progetto | CAUDIUM

VALLE CAUDINA - L'idea "Controllo del Vicinato Caudino" è piaciuta: Cervinara aderisce subito al progetto | CAUDIUM

La Redazione de Lo Schiaffo 321 ringrazia di cuore San Leucio per la grazia ricevuta. Le nostre preghiere, datate 23 marzo, hanno evidentemente toccato il Santo che con la sua energia ha illuminato il Comune di Cervinara sul caso dei furti nelle abitazioni. 

La repentina e saggia scelta di approvare il Controllo del Vicinato, in accordo con il Prefetto Spena, ci rende molto soddisfatti. Un passo alla volta prenderà vita un CdV Caudino in ogni singolo contesto locale per controllare capillarmente tutti i comuni della Nuova Caudium, ossia Airola, Arpaia, Bucciano, Bonea, Forchia, Moiano, Montesarchio, Pannarano, Paolisi, Roccabascerana, Rotondi e San Martino Valle Caudina

Cervinara apre le danze ed aderisce al progetto “Controllo di Vicinato” per rafforzare la sicurezza della cittadinanza. Nell’ambito delle strategie di intervento messe in campo - si legge nella nota - dal Comune di Cervinara per rafforzare la sicurezza urbana, in un’ottica di collaborazione inter istituzionale e di valorizzazione della collaborazione con le cittadine ed i cittadini, la Giunta Comunale "Lengua 2", in seguito a quanto valutato in sede di Comitato per la Sicurezza e l’Ordine pubblico, ha deliberato l’adesione al progetto “Controllo di Vicinato” ed ha approvato il  relativo Protocollo di Intesa predisposto dalla Prefettura di Avellino. Lo ha annunciato un paio di giorni fa proprio il Sindaco di Cervinara, l’avvocato Caterina Lengua.

Lo Schiaffo 321, in un articolo sui fatti di cronaca nera, che avevano interessato le zone periferiche della cittadina Caudina, ha lanciato senza fronzoli la proposta, da estendere all'Unione dei Comuni Caudini, del Controllo di Vicinato. Il valido strumento di prevenzione, ricordiamo, presuppone la partecipazione attiva delle cittadine e dei cittadini residenti in una determinata zona e la collaborazione con le forze di Polizia statali e locali.

L’intento dell’Amministrazione Comunale "Lengua 2" è quello, in sintesi, di promuovere la sicurezza urbana attraverso la solidarietà tra i cittadini di Cervinara, allo scopo di ridurre il verificarsi di casi di furti e in generale di reati contro la proprietà e le persone. A tutti gli abitanti delle aree interessate è unicamente richiesto di alzare il livello di attenzione attraverso pochi, semplici passaggi: tra questi, il “far sapere” che gli abitanti della zona sono attenti e consapevoli di ciò che accade intorno a loro.

A nessuno viene chiesto di fare ronde o altro - come riportato sulle nostre colonne digitali - che non rientra tra le proprie competenze o, addirittura, può risultare pericoloso. A tutti invece è richiesto di prestare la massima attenzione a chi passa per le strade  nonché alle situazioni anomale che possono saltare all’occhio o generare apprensione ed allarme, in sintesi di osservare e segnalare alle Forze di Polizia.

Nei prossimi giorni il Sindaco Caterina Lengua ed il Prefetto Paola Spena sottoscriveranno il Protocollo di Intesa tra la Prefettura di Avellino ed il Comune di Cervinara; subito dopo il Responsabile del Servizio Associato di Polizia Locale adotterà ogni atto necessario a dare concreta attuazione a quanto in esso previsto, con una compiuta informazione ai cittadini, la cui collaborazione sarà chiaramente fondamentale, su quanto previsto dal disciplinare tecnico operativo per le attività di controllo, conclude il sindaco Caterina Lengua.

RIFLESSIONI

In sostanza lo schiaffo de Lo Schiaffo 321 ha centrato l'obiettivo. Ora continueremo a combattere questa battaglia sociale d'informazione per il Popolo, sollecitando sia i singoli Comuni, sia la Città Caudina, quest'ultima entità amministrativa chiamata ad essere il punto d'incontro di tutta l'area. 

Complimenti alla "Giunta Lengua 2" per l'attenzione e la celerità, senza dimenticare il risolutivo aiuto del mitico San Leucio, visto che una delle zone più colpite dai furti è stata, purtroppo, quella intitolata in suo onore. Si prospetta, infine, un interessante effetto a catena di adesioni al CdV Caudino per garantire maggiore tranquillità a tutta Caudio. 

Ora più che mai: più Vicini, più Caudini!

Care lettrici e cari lettori de Lo Schiaffo 321, continueremo a seguire il caso.

Per dire la Vostra, contattateci all'indirizzo di posta elettronica caudiumpatrianostra@gmail.com oppure tramite Twitter @SchiaffoLo



CONTROLLO DEL VICINATO? MARIUOLO PENALIZZATO #goliardia

CONTROLLO DEL VICINATO? MARIUOLO PENALIZZATO #goliardia

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VALLE CAUDINA - In azione i reparti Prevenzione Crimine di Napoli: 896 persone identificate, 459 veicoli controllati tra Cervinara, Rotondi e San Martino Valle Caudina | CAUDIUM

VALLE CAUDINA - In azione i reparti Prevenzione Crimine di Napoli: 896 persone identificate, 459 veicoli controllati tra Cervinara, Rotondi e San Martino Valle Caudina

L'azione di controllo delle Forze dell'Ordine in Valle Caudina, a causa dell'emergenza sicurezza, è stata messa in campo sui territori di Cervinara, Rotondi e San Martino con ottimi risultati e zero furti in zona. La popolazione non si sente più abbandonata a se stessa, anzi collabora fattivamente con la Polizia di Stato, come sottolineato alla fine del comunicato diffuso agli organi di stampa, che riportiamo per le lettrici ed i lettori de Lo Schiaffo 321:

Agenti del Commissariato distaccato di Pubblica Sicurezza di Cervinara, in concorso con personale del reparto Prevenzione Crimine di Napoli, nei giorni scorsi, hanno svolto un articolato servizio di controllo del territorio, tenendo conto di quanto emerso nel corso di specifica riunione tecnica di coordinamento presieduta dal Prefetto di Avellino dr.ssa Paola Spena.

In particolare sono stati predisposti mirati servizi di controllo, oltre che nel comune di Cervinara, anche in Rotondi e San Martino Valle Caudina, attenzionando le zone limitrofe e rurali presso le quali insistono abitazioni isolate, spesso oggetto di furto ad opera di malintenzionati. L’adozione dei citati servizi ha consentito di:

  • sequestrare complessivamente 17,3 grammi sostanza stupefacente del tipo di hashish, rinvenuta nel corso dei controlli;
  • identificare 896 persone delle quali 227 con pregiudizi di polizia a carico;
  • controllare 459 veicoli;
  • elevate  25 infrazioni al codice della strada
  • eseguiti 2 sequestri amministrativi di veicoli perché sprovvisti di copertura assicurativa;
  • ritirare una patente di guida;
  • verificare la posizione di 93 persone sottoposte a misure di prevenzione;
  • contestare 2 violazioni amministrative nei confronti di altrettanti esercizi commerciali;
  • effettuare 3 perquisizioni domiciliari;
  • ritirare 4 armi comuni da sparo in applicazione dell’art. 39 del T.U.P.S.

I risultati suindicati sono stati scaturiti a seguito della predisposizione di 19 equipaggi composti anche da personale dei Comandi di Polizia Municipale dei Comuni di Cervinara e San Martino Valle Caudina. Utile, altresì, - si legge in chiusura - la collaborazione dei cittadini per le segnalazioni ricevute.

Care lettrici e cari lettori de Lo Schiaffo 321, continueremo a seguire il caso.

Per dire la Vostra, contattateci all'indirizzo di posta elettronica caudiumpatrianostra@gmail.com oppure tramite Twitter @SchiaffoLo



sabato 13 aprile 2024

MARX - Quale Socialismo salvò la Russia dalle Forche Caudine del Capitalismo avanzato? #perle

CARLO MARX - Il Socialismo amministrato salvò la Russia dalle Forche Caudine del Capitalismo avanzato

CAPITALISMO E PRECAPITALISMO

Nella Prefazione alla prima edizione del Capitale, Marx dice che in Germania (come in tutta l'Europa occidentale), rispetto all'Inghilterra, "siamo oppressi non solo dallo sviluppo della produzione capitalistica, ma pure dalla mancanza di tale sviluppo", poiché, laddove esso si è verificato, le condizioni di lavoro degli operai, in seguito alle rivendicazioni sindacali, sono migliori rispetto a quelle dove il Capitalismo è agli albori.

Per questa ragione Marx fa capire che la Germania e tutta l'Europa devono affrettarsi a "importare" il capitalismo se vogliono uscirne in fretta (insieme all'Inghilterra). "Il paese industrialmente più sviluppato [l'Inghilterra appunto] non fa che mostrare al meno sviluppato l'immagine del suo avvenire".

Marx dava per scontato non solo lo sviluppo capitalistico di tutta l'Europa (e di tutto il mondo), ma anche l'impossibilità di "recuperare" le formazioni sociali pre-capitalistiche. La sua visione è disarmante: il Capitalismo è inevitabile e il Pre-capitalismo impossibile.

Il Capitalismo è talmente inevitabile ch'esso rappresenta -secondo Marx- soltanto un "processo di storia naturale", in cui i Capitalisti non sono che "personificazioni di categorie economiche", cioè non responsabili di rapporti da cui provengono, anche se soggettivamente possono avere un atteggiamento critico nei confronti di tali rapporti (cosa che normalmente non hanno).

Conclusione? Marx parla come un profeta biblico: il capitalismo è inevitabile, ma altrettanto lo è la sua fine. Lo è per una legge interna dovuta al suo proprio movimento. Questa legge è stata appunto scoperta dal Capitale.

In attesa che crolli che fare? Si possono "abbreviare e attutire le doglie del parto". Di qui l'importanza della legislazione inglese sulle fabbriche. Nulla quindi di politico o di rivoluzionario, ma tutto e solo di sindacale e di riformistico. Marx non solo non vuole recuperare la memoria del passato pre-capitalistico, ma non vuole neppure stimolare una prassi di liberazione per un presente non capitalistico.

I LIMITI DEL SOCIALISMO SCIENTIFICO

Nelle Teorie sul plusvalore (Storia dell'economia politica, III, Ed. Riuniti, p. 453), parlando di Riccardo Jones, Marx scrive: "La primitiva unità di lavoratore e condizioni di lavoro [a prescindere dal rapporto di schiavitù, in cui il lavoratore stesso appartiene alle condizioni oggettive di lavoro] ha due forme principali: la comunità asiatica (comunismo naturale) e la piccola agricoltura familiare (a cui è collegato il lavoro a domicilio) nell'una o nell'altra forma. 

Entrambe le forme sono forme infantili e ugualmente poco adatte a sviluppare il lavoro come lavoro sociale e la forza produttiva del lavoro sociale. 

Di qui la necessità della separazione, della lacerazione, della contrapposizione di lavoro e proprietà (da intendersi come proprietà delle condizioni di produzione). La forma estrema di questa lacerazione in cui le forze produttive del lavoro sociali sono nello stesso tempo sviluppate al massimo è quella del capitale. Soltanto sulla base materiale che esso crea e per mezzo delle rivoluzioni che la classe operaia e l'intera società attraversano nel processo di questa creazione, può essere ristabilita l'unità originaria".

Questo è stato in assoluto l'errore più grave di Marx. Un errore che si pone a un duplice livello:

I- quello di pensare che il Comunismo primitivo fosse talmente "primitivo" da essere fatalmente destinato alla dissoluzione;  

II- quello di pensare che per far nascere il Socialismo fosse necessario sviluppare il Capitalismo, o comunque appropriarsi della forza produttiva formatasi sotto il capitale.

Quando parla di "comunismo primitivo" Marx ha in mente solo due cose: il Comunismo Asiatico, in cui lo Stato agisce come grande proprietario collettivo e l'agricoltore altri non è che uno schiavo di Stato; la piccola proprietà contadina, autonoma, ma sostanzialmente individualistica.

In nessuno dei due casi si sviluppa la produzione "sociale": nel primo caso infatti essa è statale e schiavile, nel secondo è libera, ma individualistica. Marx vuole una produzione libera e associata degli operai, capace di utilizzare i mezzi della rivoluzione tecnologica avvenuta sotto il Capitalismo.

Mentre di Marx non possiamo considerare superata la critica dell'economia politica borghese, questo aspetto invece va considerato nettamente superato: sia perché il Comunismo primitivo non è riconducibile alle sole due forme citate da Marx; sia perché non è affatto vero che il Socialismo democratico debba formarsi necessariamente sulla base della tecnologia capitalistica.

L'errore, molto probabilmente, deriva dal fatto che Marx considerava del tutto naturale l'esigenza, da parte dell'uomo, di realizzare un "dominio" sulla natura. Peraltro le conoscenza del Comunismo primitivo erano ai suoi tempi molto scarse.

Alle origini del difetto delle teorie del Socialismo Scientifico vi è l'accettazione del dogma capitalistico secondo cui la natura appartiene all'uomo e non l'uomo alla natura. Per Marx il carattere "sociale" della produzione capitalistica è in contraddizione con la forma "privata" della proprietà dei mezzi produttivi e con l'appropriazione "privata" del profitto Capitalistico. Egli era convinto che l'acuirsi di tale contraddizione avrebbe indotto la società, mediante la Rivoluzione, a imporre il lato "sociale" della produzione sul carattere "privato" della proprietà.

Egli non ha mai messo in discussione la superiorità della produzione industriale su ogni altra forma di produzione. Non si è mai accorto che proprio il primato della produzione industriale su ogni altro tipo di produzione rende impossibile una "socializzazione" dei rapporti umani, in quanto rende impossibile un rapporto naturale dell'uomo con la natura.

In altre parole la socializzazione è impossibile non solo perché la proprietà e il profitto sono privati, ma anche perché nei confronti della natura si ha un rapporto di mero sfruttamento. Quindi, anche nel caso in cui gli operai riuscissero, tramite la Rivoluzione, a socializzare la proprietà, resterebbe ancora da risolvere il problema del rapporto tra produzione e natura.

Il crollo del Socialismo reale, in tal senso, va visto come l'occasione di sviluppare una maggiore democrazia non soltanto nei rapporti sociali, ma anche nei rapporti tra gli uomini e la natura. Ripensamenti su queste sue idee, Marx cominciò ad averne quando venne a contatto coi Populisti Russi, esaminando la Comune rurale del loro paese. Ripensamenti che però non sortirono alcun effetto sul giovane Lenin, critico del Populismo.

LA COMUNE RURALE RUSSA

Marx ed Engels erano convinti che senza Rivoluzione Operaia in Europa occidentale, la comune rurale Russa non avrebbe avuto possibilità di evolvere in forme di Comunismo agricolo, poiché senza quella Rivoluzione il Capitalismo sarebbe inevitabilmente penetrato in Russia e avrebbe sconvolto, in senso Capitalistico, il destino della comune. Le cose andarono diversamente. 

L'Europa Occidentale non fece alcuna Rivoluzione Proletaria (se si esclude la breve parentesi della Comune di Parigi e della Repubblica di Weimar) e la Comune Russa poté risorgere grazie alla Rivoluzione d'Ottobre. Lenin capì che in Russia si poteva realizzare il Socialismo con l'aiuto non tanto degli Operai occidentali, quanto piuttosto degli stessi contadini Russi.

Tuttavia, le cose procedettero diversamente anche secondo le previsioni di Lenin. Alla morte di questi infatti, la comune rurale fu trasformata in una azienda statale, la cui struttura risultò così innaturale da portare al crollo dell'intero sistema Socialista. La fine del cosiddetto "socialismo reale", strutturato in maniera burocratica e verticistica, non ha portato alla rinascita dell'antica comune rurale (obscina), ma a una trasformazione in senso capitalistico di tutta l'economia del paese.

Il Socialismo amministrato aveva risparmiato alla Russia le Forche Caudine del Capitalismo avanzato, ma i fatti sembrano dimostrare che anche la Russia ha bisogno di passare sotto queste forche prima di giungere a una nuova formulazione e realizzazione di Socialismo.

LA SOCIETA' NATURALE

Nell'Ideologia tedesca Marx ed Engels intendono la società "naturale" nel senso della "spontaneità", in opposizione alla "volontà cosciente" di individui che liberamente si sottopongono a un piano complessivo. In realtà la "naturalezza" della comunità primitiva stava nella "consapevolezza" di una dipendenza necessaria dalla natura, che non veniva affatto avvertita come "limite" ma al contrario come "garanzia di sopravvivenza". Se la naturalezza viene equiparata alla spontaneità di una comunità inconsapevole, ignorante, sprovveduta, si finisce poi col considerare questo collettivo come una realtà illusoria, primitiva, molto imperfetta, destinata inevitabilmente alla divisione in classi contrapposte.

In realtà esisteva una forte consapevolezza del primato della Natura sull'uomo ed anche della tradizione storica che si tramandava attraverso le generazioni: il collettivo era decisamente superiore a qualunque individuo e non si avvertiva questo come un "problema" ma semmai come un "vantaggio". La sicurezza dell'esistere stava nella continuità del sapere, teorico e pratico, che ci si trasmetteva oralmente. Un sapere strettamente collegato con le risorse della natura.

Il cammino della storia oggi altro non è, per noi, che una progressiva presa di coscienza che l'epoca storica più conforme alle esigenze umani e naturali era quella primordiale. Alla fine avremo una consapevolezza forte di tutti i fallimenti delle civiltà antagonistiche.

Carlo Marx e le Forche Caudine #1 | perle

Marx e le Forche Caudine del Capitalismo #2 | perle

fonte: https://www.homolaicus.com/teorici/marx/precapitalismo.htm